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Nona porta: la porta della Vita

Oggi è il 12 dicembre del 2022, esattamente 2 anni fa pubblicavamo la prima puntata del podcast: la porta Nera. A pochi giorni dalla sentenza del processo di primo grado, pubblichiamo una puntata molto importante perché ancora una volta, e forse nel modo più chiaro possibile, dimostriamo come l’omicidio di Lavinia sia stato un crimine doloso dove tutti gli imputati hanno avuto un ruolo fondamentale.

Ognuno degli imputati è responsabile, incluso d’Anna, per il quale è stata richiesta l’assoluzione, contro le evidenze come appureremo in questa puntata. Abbiamo sentito i vaneggiamenti di chi nel tentativo disperato di difendere l’indifendibile ha sostenuto addirittura di aver salvato Lavinia:
-L’ho salvata perché ho indicato il ricovero e l’induzione al parto (senza motivazione alcuna sbagliando o falsificando, questo non lo sappiamo, i dati sul peso del bambino)

-L’ho salvata perché ho operato un cesareo d’urgenza (nessuno ha mai capito quale fosse l’urgenza considerando che l’evidente urgenza era quella di mandare a casa Lavinia perché riposasse)

-L’ho salvata perché ho scoperto l’emorragia (come se l’emorragia fosse qualcosa da scoprire, peraltro a vista)

-L’ho salvata perché ho stabilizzato i parametri vitali (ma l’emorragia era in corso, è sempre stata in corso)

-L’ho salvata perché l’ho rianimata

-L’ho salvata perché ho fermato l’emorragia con il bakri ballon

-L’ho salvata perché ho scoperto che l’emorragia non era stata fermata con il bakri ballon

-L’ho salvata perché l’ho rianimata ancora e ancora

-L’ho salvata perché gli ho fatto una ecografia

-L’ho salvata perché ho chiamato il primario per operare l’isterectomia

-L’ho salvata perché gli ho infuso adrenalina continua e l’ho ancora rianimata

-L’ho salvata perché “La ragazza sta bene” ho preservato le ovaie

L’abbiamo salvata ma è morta.

Lavinia era viva, e salva, è entrata in un ospedale, ha subito le cure di dieci sanitari ed è morta; Lavinia dopo queste cure, fatalmente letali, appare come chi è stato torturato per ore.

Se non fosse una vicenda drammatica, questi personaggi sarebbero degni di una commedia grottesca; queste persone hanno causato un’emorragia, non hanno saputo o voluto gestirla e l’hanno uccisa.

In questa lunga puntata, la più lunga fino ad oggi, parleremo in dettaglio della responsabilità di ognuno di loro, di come questa sia lapalissiana, ma dovremo anche fare qualcos’altro che è rimasto in sospeso due anni fa: aprire la porta nera.

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Ottava porta: la porta di Casa

La sera della vigilia di Natale del 2016, Il campanello della porta di Casa Marano ha suonato varie volte; a poco a poco tutte le persone invitate a cena si sarebbero ritrovate nella sala adiacente la cucina, e dopo aver cenato, alla mezzanotte, avrebbero condiviso qualcosa che per la prima volta, dopo quasi sei anni viene divulgato oggi.

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Settima porta: la porta di Ferro

Quella di legno non è l’unica porta della facciata della chiesa di San Camillo, accanto c’è una piccola porta, e dietro quella porta, la sera prima del funerale di Lavinia, c’era il suo corpo, la sua bara e alcune persone. Chi era li ricorda che la piccola porta di ferro ad un certo punto venne chiusa, separando chi era nel cortile antistante da quei pochi all’interno. In un angolo della stanza, immobile come la stanza stessa c’era Giacomo Marano, il padre di Lavinia. Dentro di lui un abisso inconcepibile, nulla emergeva dal suo volto, poi tutto cambiò, quando la bara fu aperta per un’ultima volta…

Ascoltate le porte di LAVI, aprite la porta di Ferro: 

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Sesta porta: la porta della Verità

Il Prof. Mariano Iaccarino, primario Emerito Ostetrico-Ginecologo, nella sua perizia scrive: Lavinia Marano aveva il 95% di probabilità di sopravvivenza se i sanitari non avessero operato con imprudenza, imperizia e colpevole ritardo.

Ma c’è un’altra perizia che ha destato sconcerto per il suo contenuto ma ancora di più per le conclusioni. Si tratta della perizia dei consulenti del pubblico ministero Chiàntera e Spagnolo. Alessandro Marano, fratello di Lavinia ne fa una analisi meticolosa dalla quale emergono dubbi inquietanti.

Dietro questa porta c’è la verità? Non lo sappiamo con certezza, ma sappiamo che aprendola ci avvicineremo a lei.

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Quinta porta: la porta della Memoria

Santina di Maggio: “Sicuramente gli imputati tenderanno a difendersi, ma da che cosa vi dovete difendere? E’ giusto che diciate la verità. É morta una ragazza, una ragazza che aveva appena avuto un bambino, è morta una figlia… ancora stiamo soffrendo e soffriremo sempre. Voi dovete dire la verità, che cosa è successo veramente quella sera in sala parto. Voi avete fatto un giuramento, il giuramento di Ippocrate, ma non lo avete messo in pratica, non è giusto… tutto questo non è giusto.”

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Quarta porta: la porta di Legno

C’è una notte che inizia il 23 Settembre 2016 e che per molti non è ancora finita. Che il podcast “Le Porte di LAVI” sia l’alba di quella notte e che la verità sia anche libertà.

La porta di Legno racconta di una voce oscura che nella notte proferisce parole inspiegabili, c’è Alessandro, il fratello di Lavinia, che racconta di quella notte e di quella voce ma c’è anche Santina, la madre di Lavinia, immobile in mezzo ad un grande portone di Legno.

Ogni riferimento a persone e fatti rappresenta un estratto di quanto già dichiarato dalle parti civili, agli atti del procedimento contro Triolo e altri presso il tribunale di Messina.

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Terza porta: la porta di Vetro

Podcast Le porte di LAVI: La porta di Vetro (disponibile ora su Apple Podcast e Spotify, link nel footer):

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Seconda porta: la porta Bianca

Podcast Le porte di LAVI: La porta Bianca (disponibile ora su Apple PodcastSpotify, link nel footer):

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Prima porta: la porta Nera

Cominciamo ad addentrarci in questo edificio in rovina, un grigio palazzo popolato da personaggi oscuri; apriamo la prima porta: la porta nera.

La luce dell’alba del 23 Settembre è arrivata puntuale, l’avrebbe rivista Triolo e tutto il suo entourage ma non LAVI, che era volata via nella notte, il certificato di morte riporta: ora del decesso 8:45.

“Io non sono morta alle 8:45! …”

Di seguito pubblichiamo un audio inedito che racconta cosa è successo a ridosso della morte di Lavinia e perché ci sono forti elementi quasi prossimi alla certezza che portano a pensare che l’orario della morte risalirebbe tra le 3:30 e le 5:30 del mattino del 23 Settembre.

C’è qualcosa di oscuro, macabro e malvagio in questa semplice rivelazione; ci sono i responsabili, azioni gravissime, omissioni e c’è la sfacciataggine di chi in tutto questo si è sentito e si sente impunito.

Le porte di LAVI: La porta NERA (disponibile anche su Spotify, link nel footer)